Si tratta di uno dei vitigni a bacca nera più pregiati e difficili al mondo. Il suo habitat naturale è la Bourgogne, dove dà ancora oggi vini insuperati per fascino ed eleganza. E' una pianta che chiede molto, sia al viticoltore che al vinificatore, non dà risultati regolari, ha bisogno di climi relativamente freddi, con buona escursione termica giorno/notte e, quando le condizioni e la qualità dei terreni lo permettono (predilige quelli calcarei), è in grado di offrire vini di rara bellezza. Per questo motivo è stato impiantato in quasi tutte le regioni vinicole del mondo, ad eccezione di quelle con climi caldi che produrrebbero vini "cotti", privi delle caratteristiche che hanno reso tanto famoso il Pinot Noir. Le origini del vitigno risalgono, probabilmente, a quasi duemila anni fa; la sua presenza in Bourgogne è citata già nel quarto secolo d.C. (anche se a quel tempo si chiamava Morillon Noir). In Francia ne sono stati riconosciuti ufficialmente ben 46 cloni; anche la Champagne ha un ruolo importante nella selezione clonale del Pinot Noir. Mediamente tende a germogliare precocemente, il che lo espone al rischio di gelate primaverili e alla colatura; soffre anche gli attacchi della peronospora dell'oidio, del marciume (alcuni cloni hanno la buccia sottile), le virosi che producono arricciamento ed accartocciamento fogliare; è proprio la sua fragilità che ha portato, negli anni settanta, ad una diffusa selezione clonale.
Ha un'infinità di sinonimi, fra cui Pineau, Franc Peneau, Moirien, Savagnin Noir, Plant Doré, Vert Doré, Klevner, Blauburgunder, Blauer Spätburgunder, Morillon, Auvernat, Borgogna Nero. Ha foglia media o medio-piccola, tondeggiante e trilobata; grappolo piccolo (12-15 cm.), cilindrico, spesso alato, quasi compatto; acino di media grandezza, sferoide o leggermente ovale; buccia mediamente consistente, di colore blu-nero, pruinosa.