Antica e rara varietà bordolese a bacca nera, derivante dalla "Vitis biturica", un tempo molto diffusa nel Médoc e utilizzata in assemblaggio con il Cabernet Franc. Purtroppo era facilmente soggetta alla colatura (anormale caduta dei fiori al termine dell'antesi, con conseguente produzione di grappoli spargoli, cioè composti da uno scarso numero di acini) e fu presto abbandonata, anche se sembra essere in grado di dare vini di grande qualità. Attualmente sta conoscendo una rinascita, grazie soprattutto al successo ottenuto dal Grande Vidure, vino cileno ottenuto con questo vitigno e prodotto dalla Viña Carmen nella regione del Maipo. In Italia, il Carmenère conta una superficie vitata di ben 4200 ettari, ma non può essere coltivato con il suo nome, né può essere utilizzato per ricavarne un vino che ne dichiari il nome in etichetta, non solo nel caso di una Doc o di una Docg, ma anche di una semplice e ben meno vincolata Igt. Attualmente ne è consentito l'utilizzo, esclusivamente in assemblaggio, nelle doc venete Bagnoli e Vicenza .